Aggiornare l’hardware del iMac in autonomia

di Roberto Fortunati

Come dicevo la scorsa settimana, questi giorni mi hanno visto impegnato nell’installazione di un disco allo stato solido sul mio iMac 21.5 pollici metà 2010.

Partendo dalla fine direi che il lavoro è riuscito perfettamente e in questo momento la mia macchina ha Mavericks che gira sotto l’SSD così come tutte le altre applicazioni. Non si inceppa più nulla e la velocità è molto aumentata.

Ho anche aumentato la Ram portandola a 12 giga.

Sono molto soddisfatto e ringrazio mio figlio Giovanni, quindicenne, che ha svolto il “lavoretto” insieme a me con molta precisione e delicatezza pur non avendo mai messo mano all’interno di un PC, tantomeno all’interno di un Mac.
Ebbene sì, il lavoro ce lo siamo fatto da soli sul tavolo della cucina. La persona, super qualificata, che doveva fare il lavoro, purtroppo, non era subito disponibile ed avrei dovuto aspettare forse un mese ma la voglia di provare era troppa e allora abbiamo rischiato un po’ ed è andato tutto bene…

ora la macchina sta bene e va alla grande. Non voglio annoiarvi troppo e segnalo solo qualche punto critico a beneficio di chi volesse affrontare la cosa da solo. A proposito di ciò posso dire che senza un occhio io non ce l’avrei mai fatta ma qualcuno, solo con il tatto, potrebbe farlo.

Togliere il vetro e le viti del monitor è molto facile ma , si deve fare estrema attenzione ai magneti lungo i bordi che attraggono le vitine e soprattutto in fase di rimontaggio, potrebbero far cadere all’interno della macchina.

Attenzione ai quattro cavi che collegano il monitor alla scheda madre, non sono molto lunghi e il monitor va sollevato, solo da un lato, quel tanto che basta per far entrare la manina che staccherà i collegamenti. Due di questi cavi sono bloccati da fermi.

Tolto il monitor la situazione non è affatto complicata e il superdrive si riesce a togliere facilmente svitando le quattro viti della cornice.

Prima però c’è un’altra fase critica a cui si deve porre molta attenzione e cioè la rimozione del nastro che tiene fermo il sensore della temperatura posizionato sopra il masterizzatore: se si danneggia il sensore, le ventole della macchina gireranno al massimo dopo l’accensione.

Il nastro che tiene il sensore è testardo e, per toglierlo, serve uno spudger o, in alternativa, un piccolo giravite piatto con cui fare leva sotto il nastro facendo attenzione a non toccare il sensore.

Staccato il cavo SATA si può sfilare il superdrive e montare l’adattatore che avremo accoppiato alla cornice e su cui avremo montato precedentemente l’ssd.

Ora si va al contrario, si riattacca il cavo SATA, si serrano un po’ le quattro viti, si rimette al suo posto il sensore della temperatura utilizzando il vecchio nastro che avremo conservato con cura.

A questo punto dobbiamo riposizionare il monitor e riattaccare i quattro cavi ai loro relativi attacchi sulla scheda madre. Al momento di riavvitare le otto viti del monitor fate molta attenzione ai magneti e magari aiutatevi con delle pinzette.

A me è stato utile anche un magnetizzatore con cui ho magnetizzato la punta del giravite Torx che ho usato, Torx T10 per la precisione.

Rimontato il vetro potete dire che lavoro è fatto e, dopo la fase Hardware, vi aspetta quella software.

A proposito di vetro, le ventose che ho utilizzato le ho comprato al supermercato.

Se qualcuno vuole ulteriori dettagli chieda pure anche sulle marche di componenti che ho usato.

Naturalmente questo scritto vuole essere un racconto della mia esperienza e non può costituire un manuale o guida alla installazione di un ssd. Quindi oltre la decisione di aggiornare il hardware è sempre consigliabile a ponderare con attenzione e premura a chi rivolgersi o come organizzarsi in autonomia.

Rinnovo la mia soddisfazione e il ringraziamento a mio figlio.

P.S.: Anche il masterizzatore, che ora è diventato esterno, funziona bene.

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