APPLE vs FBI cronaca di una battaglia importante parte 2

Il sistema operativo mobile Apple, fin da iOS 7, prevede forme di cifratura dei dati, ma dal 2014, con iOS 8, l’azienda ha deciso di conferire una protezione maggiore ai dati personali, inserendo nei protocolli di cifratura anche le foto e i messaggi attraverso un codice utente. Una volta impostato il codice, Apple non è più in grado di sbloccare l’apparecchio. A questo si aggiunge un altro particolare. Nei device più recenti, quelli equipaggiati dal processore A7 in poi, si aggiunge un’ulteriore chiave hardware di protezione (di cui si tralasciano i dettagli per opportunità) che crea una sorta di “cassaforte” in cui sono stoccati i dati protetti.

Benché il telefono in questione, un iPhone 5C, monti un processore A6, quindi privo della componente hardware di protezione, l’OS in uso, iOS 9, pone il problema non aggirabile per gli agenti del FBI.

a tal ragione il Governo americano ha formalmente chiesto ad Apple di creare una back-door nel sistema per poter, poi, effettuare un backup della memoria interna proprio perché, in assenza della protezione hardware, chiamata Secure Enclave, il meccanismo d’autodistruzione dei dati potrebbe essere disabilitato via software con la creazione di una versione iOS ad hoc. Questo permetterebbe, quindi, che l’Azienda possa intervenire sul caso singolo predisponendo un aggiornamento “firmato” e mirato solo a questo caso specifico.

Apple vs FBI Premessa

Apple vs FBI Conclusioni

2 dic 2015 Will Strafach legendario hacker – Apple difende la privacy degli iPhone e invoca la libertà di parola

“Il fatto che Apple  chiami backdoor”, spiega l’esperto Will Strafach (AD, Sudo Security Group), “è perché l’ordine richiede specificamente che Apple faccia una modifica il cui unico scopo è indebolire la sicurezza di iOS, rendendo possibile un attacco brute force”.

Un firmware che aiuti a sbloccare solo l’iPhone di San Bernardino non dovrebbe funzionare per sbloccare genericamente altri prodotti iOS. L’FBI sta chiedendo infatti un software che sia vincolato a questo specifico dispositivo. Nell’ipotesi che ciò sia possibile, comunque, non si può escludere la possibilità che qualcuno “faccia tesoro” di questo lavoro.

20 Febbraio 2016 Apple, Tim Cook scrive ai dipendenti. “Ecco perché dico no …

“Come individui e come società, non abbiamo né tolleranza né simpatia per i terroristi. Quando essi commettono atti indicibili come l’attacco tragico a San Bernardino, lavoriamo per aiutare le autorità a cercare giustizia per le vittime. Ed è esattamente ciò che abbiamo fatto. Questo caso è molto più che una singola indagine su un singolo telefono, per cui quando abbiamo ricevuto l’ordine dal governo abbiamo dovuto renderlo pubblico. C’è in gioco la sicurezza dei dati di centinaia di milioni di persone che rispettano la legge, stabilendo un pericoloso precedente in grado di minacciare le libertà civili di tutti quanti.”

20 Febbraio 2016 “L’FBI, nel frattempo, sta cercando di inquadrare il dibattito in una luce completamente diversa.

“Il contenzioso non riguarda il tentativo di stabilire un precedente o inviare alcun tipo di messaggio – scrive James Comey sul blog ‘Lawfare’ – riguarda le vittime e la giustizia”. “Vogliamo avere la possibilità con un mandato di perquisizione, di tentare di trovare il codice di accesso del terrorista senza arrivare all’autodistruzione del telefono e senza impiegare un decennio per farlo correttamente. Questo è tutto”.

22 febbraio 2016 Bill Gates si schiera con l’FBI.

Durante il corso della battaglia legale di Apple con l’FBI, moltissimi leader del mondo itech hanno appoggiato la posizione di Apple sulla privacy degli utenti e il suo rifiuto di aiutare l’FBI a bypassare le misure di sicurezza di iPhone. Da Sundar Pichai e Jack Dorsey al CEO di Facebook Mark Zuckerberg, sembra quasi come se la lettera pubblica di Tim Cook riesce a riunire l’intera comunità tecnologica dietro una causa comune.
Ma non tutti vedono necessariamente le cose dal punto di vista di Apple. Così, mentre Tim Cook sostiene che aiutando l’FBI può creare un precedente pericoloso, il fondatore di Microsoft Bill Gates dissente pubblicamente dichiarandosi dalla parte del FBI.

22 febbraio 2016 L’intera battaglia legale tra l’FBI e Apple per lo sblocco dell’iPhone appartenente al tiratore di San Bernardino avrebbe potuto essere completamente evitato con un semplice software.

Secondo un articolo su CBS News, l’iPhone 5C del tiratore avrebbe potuto essere sbloccato a distanza da parte del ufficio pubblico della contea, che possedeva l’apparecchio tramite il software di gestione dei dispositivi mobili (MDM.

23 febbraio 2016 Tim Cook si siede a parlare della battaglia in corso di Apple con l’FBI su ABC News.

Le richieste delle autorità americane in tema di sicurezza degli iPhone equivalgono a un “cancro”: parola dell’amministratore delegato della Apple, Tim Cook, che in una intervista alla ABC News ha ribadito il suo ‘no’ all’ordine di un giudice federale di sbloccare il cellulare del killer di San Bernardino.

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