APPLE vs FBI cronaca di una battaglia importante parte 3

l'immagine contiene un iphone

Apple dichiara fermamente che non rispetterà la richiesta del FBI e che non intende a scrivere una chiave software capace di bypassare le misure di sicurezza.

Cupertino suggerisce di formare una commissione di esperti  sulle materie di: intelligence,  tecnologia, e privacy, per discutere sui comrpomessi tra libertà personali e sicurezza nazionale.

Apple vs Fbi Premessa

Apple vs FBI Il conflitto

25 febbraio 2016Apple e FBI davanti al Congresso.

tratto dalla lettera che Tim Cook invia ai dipendenti Apple:

Piuttosto che chiedere un intervento legislativo da parte del Congresso, l’FBI propone di far rispettare una legge del 1789 per giustificare le proprie pretese.

Il governo vorrebbe invece farci rimuovere le funzionalità di sicurezza modificando il sistema operativo con l’inserimento di una backdoor o limitando la sicurezza che sta dietro all’inserimento dei codici di protezione. Questo renderebbe più facile sbloccare l’iPhone tramite “brute force”, visto che permetterebbe a chiunque di cercare velocemente, tramite computer, milioni di combinazioni per trovare la giusta combinazione.

Le implicazioni delle richieste del governo sarebbero agghiaccianti. Se il governo può utilizzare una legge del 1789 per rendere più semplice sbloccare il vostro iPhone, avrebbe anche il potere di entrare nel dispositivo e catturare i dati memorizzati. Il governo potrebbe estendere questa violazione della privacy e chiedere ad Apple di intercettare messaggi, informazioni sulla salute, dati finanziari, posizione o addirittura chiedere l’accesso al microfono o alla fotocamera del telefono, senza che l’utente ne sappia nulla.

Opporsi a questo ordine non è qualcosa che prendiamo alla leggera. Sentiamo che dobbiamo far sapere a tutti quali sono i rischi di queste decisioni. Stiamo sfidando le richieste dell’FBI con il più profondo rispetto per la democrazia americana e l’amore per il nostro paese. Riteniamo che sarebbe interesse di tutti fare un passo indietro e considerare le implicazioni di queste decisioni.

29 Feb 2016 Francia vuole multare Apple € 1 milione ogni volta che si rifiuta di decifrare un iPhone.

Il conflitto prende proporzioni internazionali ed anche altri stati come Francia dichiarano le loro intenzioni di studiare i modi per convincere Apple, Google e altre aziende tecnologiche di rispettare ordini simili.

Una proposta prevede multe fino € 1 milione ogni volta che una di queste società si rifiuta di collaborare in un’indagine.

1 marzo 2016 Apple chiede l’FBI: avete veramente messo impegno nei tentativi di sbloccare l’iPhone?

FBI nega di aver commesso l’errore di resettare la password di iCloud dell’iPhone 5c di Syed Farook , cosa che avrebbe permesso di ottenere un backup dei dati contenuti nel dispositivo e, conseguentemente, di richiedere ad Apple di violare il telefono.

I tecnici della casa della mela morsicata criticano il Bureau per aver resettato la password di iCloud , sostenendo come il backup su iCloud avrebbe garantito l’accesso a tutti i dati necessari.

1 marzo 2016 ’Al Congresso l’Fbi ammette gli errori .

L’udienza dura cinque ore e mezzo e mentre non è stata tratta alcuna conclusione definitiva, entrambe le parti hanno modo di discutere della questione. A rappresentare Apple c’è stato Bruce Sewell , mentre le tesi dell’agenzia federale sono state esposte dal direttore James Comey.

Quest’ultimo ha affermato di non essere a conoscenza della sentenza pronunciata da un giudice di New York che ha dichiarato illegittima la prima sentenza.

Apple , nel sottolineare ancora una volta che lo sviluppo di un eventuale backdoor potrebbe creare dei problemi seri per la sicurezza degli utenti, è tornata sul cambio di password effettuato sull’ iPhone da parte dell’ FBI , che di fatto ha bloccato qualsiasi backup su iCloud . E mentre Comey ha continuato a dire che si tratta di un singolo dispositivo in un singolo caso, Apple ha sottolineato che questo potrebbe avere delle ripercussioni importanti sul futuro della crittografia.

Lo streaming degli interventi di Apple e FBI davanti al Congresso USA è disponibile da

3 marzo 2016 Edward Snowden “Con tutto il rispetto,” , “è una cazzata.”

L’FBI continua a sostenere di non poter accedere all’iPhone di uno degli attentatori di San Bernardino, Sye Farook, senza che la Apple violi i propri protocolli di sicurezza, cosa che l’azienda americana ha rifiutato di fare.
Chi conosce bene i software Apple e le loro chiavi di criptaggio, tuttavia, crede che in realtà l’FBI sappia già perfettamente come entrare in quel telefono.

Anche Edward Snowden, il whistleblower che ha rivelato la reale entità del programma di sorveglianza di massa della Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA) americana, è di questo parere.

Non si comprende chiaramente se NSA non ha le competenze di aiutare FBi, o se non vuole far sapere che è in grado di sbloccare l’iphone?

4 Marzo 2016 Lo scontro tra Apple e le autorità si inasprisce.

, il SVP di Apple Craig Federighi publica un editoriale per il Washington Post dichiarando che la società cerca sempre di rimanere un passo avanti rispetto a terroristi e criminali informatici. mentre dall’altra parte si esprime il capo del reparto antiterrorismo della polizia di New York John Miller, Durante un’intervista radiofonica , , accusa Apple di aiutare gli assassini e gli terroristi.

7 marzo 2016 Steve Wozniak diffende Apple.

Nella sua intervista TV Wozniak precisa di essere uno dei membri fondatori della Electronic Frontier Foundation, l’organizzazione che difende i diritti civili digitali e la libertà di espressione di qualsiasi utente e lancia un monito: concedendo l’accesso o una backdoor su richiesta del Governo degli Stati Uniti creerebbe un precedente internazionale pericoloso: “Cosa accadrebbe se la Cina richiedesse una backdoor per entrare in qualsiasi telefono, anche quello dei funzionari di governo?”.

14 marzo 2016 Obama: ‘No a visioni assolutiste, serve compromesso anche sulla privacy’ (

La conclusione è, appunto, che non bisogna essere ‘assolutisti’ perché “ Una crittografia forte, incurante delle conseguenze…feticizza i nostri telefonini, ponendoli al di sopra di tutti gli altri valori e questa non può essere la risposta giusta” , ha affermato Obama, secondo cui la soluzione sarebbe quella di creare “una crittografia più forte possibile e una chiave di accesso più sicura possibile, accessibile al minor numero possibile di persone e per una serie di questioni ritenute da tutti importanti”.

17 marzo 2016 Tim Cook parla al TIME e difende le sue scelte contro l’FBI

In u na recente intervista con il TIME, dove questo mese Tim Cook conquista l’agognata copertina, il CEO di Apple ha parlato del caso San Bernardino, confermando ancora una volta la posizione della sua azienda.

Mi sento offeso da tutto questo. Molto offeso”. In un lunga intervista concessa al magazine Time, l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, risponde così all’Fbi che accusa Cupertino di non voler collaborare con il governo non per principi nobili, ma per motivi puramente commerciali.

La decisione di prendere la linea di tutela dei dati dei nostri utenti non è stata presa solo da me, ma è stata condivisa da tantissimi dirigenti e dipendenti Apple. Tutti ci siamo sentiti come se fossero state calpestate le libertà civili: fare quello che chiedeva l’FBI avrebbe messo in pericolo i nostri clienti, nel senso più ampio. In questa vicenda, il governo si è spinto troppo oltre, per questo ci siamo sentiti in dovere di rimanere sulla nostra posizione. Vi dirò di più, quando abbiamo ricevuto questa richiesta, avremmo voluto farlo sapere ai nostri clienti, per far capire dove si stava spingendo l’FBI. Per rispetto delle indagini, però,
non abbiamo parlato di nulla con i media. A sorpresa, però, l’FBI ha fatto il contrario, cercando di cavalcare l’onda dell’attacco terroristico per accaparrarsi l’opinione pubblica.

Tra l’altro, come hanno confermato anche i parenti delle vittime, tutti i dipendenti della Contea avevano un telefono aziendale e tutti sapevano che erano monitorati costantemente. Questo fa capire come sia altamente improbabile che su questo iPhone 5c il terrorista abbia memorizzato informazioni importanti, o comunque legate ai suoi complici.

“Se l’All Writs Act può essere usato per forzarci a fare qualcosa che renda milioni di persone vulnerabili, poi potete iniziare a chiedervi , se questo accadrà, che altro potrà accadere? Nel prossimo senato potrete dire che ci vorrebbe un sistema operativo per la sorveglianza?”

Conclusione

L’opinione più diffusa, condivisa dai maggiori esperti di sicurezza e dagli attivisti per la difesa della privacy, è che l’FBI abbia voluto montare il caso unicamente per forzare la mano ad Apple e costringere il maggior produttore di smartphone statunitense a creare una backdoor nel proprio software, creando così un valido precedente legale da utilizzare nuovamente in casi analoghi.

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