Audiobus per iOS: utile applicazione per musicisti

Si sa che iOS ha ereditato almeno in parte da OS X il segmento degli utenti (più o meno professionisti) nel campo dell’audio e video digitale, che per molti anni sono stati lo zoccolo duro dei clienti Apple. Per averne una conferma basta dare un’occhiata al numero di app dedicate alla creazione musicale o alla produzione audio, alla fotografia digitale e al video, presenti sull’App Store.

Per quanto riguarda la musica, nell’App Store si trova un po’ di tutto: dai sintetizzatori virtuali che riproducono strumenti gloriosi come il Minimoog o il Korg MS20, alla versione touch di famosi sequencer e strumenti virtuali per pc come il Rebirth, dagli amplificatori virtuali per chitarra elettrica, alla versione “light” di una delle ultime sensazioni nel campo della musica digitale, il Reactable (uno strumento che anche nella sua versione hardware “reale” ha un’interfaccia basata sul touch); e poi tutta la pletora di app che simulano i più svariati strumenti: chitarre, pianoforti, batterie, cornamuse, ocarine… e chi più ne ha più ne metta.

Anche la Apple a un certo punto è scesa direttamente in pista (e come poteva non farlo?) con la versione iOS di GarageBand, il suo software di creazione e produzione audio per Mac di fascia non professionale.

A causa dei limiti interni di iOS, però, mancava una tessera per completare il puzzle. Non era possibile utilizzare un’app (per es. un registratore multitraccia) per registrare l’output di un’altra app, per es. il risultato delle nostre performance su una chitarra virtuale. Finché non è arrivata un’app che ha trovato un modo semplice ma ingegnoso di risolvere il problema.

Quest’app si chiama Audiobus e la software house che la sviluppa si chiama A Tasty Pixel.

Come funziona Audiobus

La funzione di Audiobus è semplice: creare una catena audio che metta in comunicazione il segnale di una o più app in ingresso con un’altra app in uscita.

Per esempio, si potrebbero collegare in ingresso un sequencer, una batteria elettronica e una chitarra virtuale e inviare il tutto in uscita a un’app di registrazione che registrerà l’insieme del suono così ottenuto.

Audiobus permette di collegare fino a tre app in input, mentre l’output può essere assegnato a una sola app alla volta.

Fra input e output è possibile inserire un’ulteriore step nella catena audio, che fungerà da generatore di effetti. Si può per esempio aggiungere un’app di equalizzatore o altro tipo di effetto sonoro, che modificherà il segnale proveniente dall’input e lo passerà all’output per la registrazione o riproduzione.

Non tutte le app musicali per iOS possono essere usate con Audiobus, ma bisogna che siano state rese espressamente compatibili. L’elenco di app compatibili con Audiobus però è alquanto nutrito e in continuo aumento.

L’ultimo arrivato, nonché il più illustre nome in questo elenco è proprio GarageBand, la cui versione 1.4, rilasciata alcuni giorni fa, introduce come principale nuova feature proprio la compatibilità con Audiobus.

E per festeggiare questo importante nuovo acquisto nelle file delle app compatibili con Audiobus, in casa A Tasty Pixel hanno pensato bene di lanciare una vendita promozionale di Audiobus a metà prezzo (circa 4,50 euro) per un periodo di tempo limitato. Per cui chi è interessato fa bene ad affrettarsi all’acquisto.

GarageBand può essere utilizzato in Audiobus solo come app di output e non come input; ciò significa che si può usare GarageBand per registrare una traccia di strumento reale che cattura l’audio di un’altra app, mentre invece non si possono utilizzare gli strumenti virtuali di GarageBand (smart strings, smart guitar ecc.) come input per registrarli in un’altra app.

L’accessibilità di Audiobus con VoiceOver

La buona notizia per noi è che, contrariamente anche alle mie aspettative, l’accessibilità di Audiobus è buona, però con un problema di prestazioni di VoiceOver di cui dirò più avanti. Il principale ostacolo nella comprensione dell’interfaccia è dovuto al fatto che è in inglese. Ma almeno, tutti i (pochi) controlli sono etichettati e vengono visti da VoiceOver e, aiutandosi magari con una recensione del programma come quella di Macworld che ne spiega il funzionamento, diventa molto semplice da usare anche con VO.

La finestra principale di Audiobus è molto semplice. Troviamo un pulsante per le impostazioni, che se cliccato rivela semplicemente un cursore per regolare le dimensioni del buffer audio. Troviamo quindi i controlli per selezionare le app di input, effetti e output.

Quando facciamo doppio tap su uno di questi pulsanti, si apre un menu a comparsa, nel caso dell’iPad, o una schermata, nel caso dell’iPhone, dove sono elencate le app installate sul nostro dispositivo iOS che possono essere assegnate a uno di questi ruoli. Come detto, possiamo aggiungere fino a tre diverse app contemporanee in input, mentre per gli effetti e l’output ne possiamo scegliere una sola. Nell’elenco dei possibili input viene sempre reso disponibile anche il microfono interno del dispositivo iOS, mentre fra gli output è disponibile l’altoparlante.

Una volta selezionata un’app, comparirà un pulsante per aprirla. E’ necessario cliccare questo pulsante perché Audiobus apra l’app e stabilisca con essa una connessione audio. Infine troviamo i pulsanti per rimuovere i collegamenti di Audiobus con le app selezionate.

In fondo alla schermata troviamo 4 TABpulsanti.. Il primo mostra la schermata principale che ho descritto; il secondo elenca tutte le app presenti nell’App Store compatibili con Audiobus (con tanto di link diretto alla loro pagina sullo Store), elenco che viene aggiornato mano a mano che si aggiungono nuove app compatibili; il terzo tab contiene l’help del programma, e il quarto semplicemente i credits e i link alle pagine di A Tasty Pixel sui social network.

La barra di Audiobus nelle applicazioni collegate

Il bello però viene adesso: cosa succede quando è stato creato il collegamento di un’app con Audiobus? Succede che quando è in primo piano, nella schermata di quest’app compare una barra degli strumenti che contiene dei pulsanti per controllare le funzioni essenziali delle altre app che sono state collegate ad Audiobus.

Per esempio, mettiamo che io collego ad Audiobus come input iKaossilator della Korg, che è una specie di groovebox, cioè un generatore di loop e beat ritmici, su cui si può suonare in tempo reale con un touchpad virtuale; quindi collego ad Audiobus come output GarageBand, per registrare su una traccia di strumento reale quello che faccio con iKaossilator.

A questo punto, sia nella schermata di GarageBand che in quella di iKaossilator, mi compare un pulsante etichettato “Audiobus” che, se cliccato, rivela una serie di altri pulsanti per controllare un’applicazione dall’interno dell’altra. Per esempio, se faccio doppio tap sul pulsante Audiobus che compare nella schermata di iKaossilator, mi compare una serie di pulsanti relativi alle altre app collegate, in questo caso la stessa Audiobus e GarageBand. Se seleziono il pulsante relativo all’ap Audiobus, avrò semplicemente la possibilità di cliccare su un pulsante che la porterà in primo piano. Se invece faccio doppio tap sul pulsante di GarageBand, mi compariranno tre pulsanti per il controllo essenziale della registrazione e del playback di GB: un pulsante Play/Pausa, un pulsante Rec per avviare e interrompere la registrazione, e un pulsante Rewind per riportare la testina di riproduzione di GB all’inizio della traccia; il tutto, lo ripeto, all’interno della schermata di iKaossilator. Sarà quindi possibile gestire la registrazione di GB direttamente dalla finestra di iKaossilator, dove effettueremo la nostra “performance” che verrà registrata da GB.

Ora, leggendo di questa barra degli strumenti superimposta alla schermata di un’app che normalmente non la contiene, io non nutrivo nessuna speranza di trovarla accessibile con VoiceOver. E invece, sorpresa! Anche questa è accessibile: tutti i pulsanti sono etichettati e visti da VoiceOver, e si possono attivare normalmente con un doppio tap. Tanto su iPhone che su iPad. La difficoltà è semplicemente quella di individuare il punto della schermata dove si trovano questi pulsanti (infatti inizialmente io non li avevo visti e avevo concluso affrettatamente che non erano accessibili a VO). Normalmente si trovano sul lato destro vicino al bordo, all’incirca a metà, ma non è una regola assoluta: la posizione può cambiare a seconda dell’applicazione e della videata.

Un problema che si può presentare è che questa barra degli strumenti potrebbe coprire qualche elemento della schermata originaria dell’applicazione attiva, per es. un pulsante (a me per esempio è successo in iKaossilator). Temo che a questo non ci sia rimedio con VoiceOver. La barra infatti avrebbe anche un controllo per spostarla e nasconderla, nella fattispecie una maniglia da trascinare; ma questa no che non è accessibile con VO, che proprio non la vede.

Il problema di latenza di VoiceOver con Audiobus

Ma veniamo al problema a cui ho accennato sopra, e che, dopo le prime prove veloci che ho fatto, secondo me è il problema principale dell’uso di Audiobus con VoiceOver: e come ho detto, non è strettamente un problema di accessibilità, bensì di performance con impatto negativo sull’usabilità.

Il problema è semplicemente che quando navighiamo con VO nelle app che sono state collegate ad Audiobus, e in particolare quando interagiamo coi pulsanti della barra di controllo di Audiobus che compare nelle schermate delle app collegate, VO diventa parecchio lento nella risposta. In pratica, passa un paio di secondi da quando facciamo un flick o un doppio tap a quando VO ci restituisce il feedback vocale di quello che abbiamo fatto.

Quindi, se io per esempio faccio doppio tap sul pulsante Rec di GarageBand nella barra Audiobus che compare nella schermata di iKaossilator, poi passano almeno un paio di secondi prima che VoiceOver emetta il suono del pulsante cliccato e mi comunichi a voce il riscontro di quanto fatto. E la stessa cosa succede anche quando vado a fare doppio tap su un pulsante dell’interfaccia di iKaossilator. Così, se io voglio iniziare la registrazione immediatamente dopo aver premuto il tasto Rec (mettiamo pure dopo un count-in di metronomo di una battuta), sarà molto difficile che riesca a farlo, perché non ne avrò il tempo materiale. Infatti, se per esempio devo cliccare un pulsante di iKaossilator per far partire un loop, come detto, questo non si attiverà immediatamente ma avrà una latenza di un paio di secondi circa.

Ora, non so se questo problema sia dovuto ai limiti hardware dei dispositivi iOS: ma se la spiegazione può essere plausibile per il mio iPad 2 col suo processore A5 ormai un po’ datato, lo è di meno per il mio iPhone 5 col suo processore A6 di penultima generazione (che per quanto riguarda la CPU è equivalente all’A6X di ultima generazione). Mi sembra più probabile che ci sia qualche problema di performance di VoiceOver nell’interfacciarsi con questo tipo di soluzione escogitata da Audiobus che probabilmente, per poter essere realizzata, ha utilizzato qualche escamotage software non espressamente previsto da Apple in iOS, che potrebbe avere ripercussioni sulla performance di VO. Questa comunque è solo una mia ipotesi.

Se si eccettua questo problema, comunque, Audiobus è un’app decisamente accessibile e usabile. Ora, se solo fossero altrettanto accessibili le varie applicazioni audio collegabili ad Audiobus. Purtroppo, a parte l’ottimo esempio di GarageBand e il discreto esempio di iKaossilator, molte di quelle compatibili, comprese quelle più note, non lo sono o lo sono solo parzialmente. Speriamo che qualcuno degli sviluppatori segua il buon esempio di GB e metterà mano all’accessibilità delle sue app.

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