Importanti cambiamenti al vertice della Apple

Si pensava che, nell’ottica della continuità con la situazione lasciata da Steve Jobs, il vertice dirigente della Apple sarebbe rimasto relativamente stabile per parecchio tempo.

E invece c’è già stato un mezzo terremoto.

Ieri la Apple ha diffuso un comunicato stampa in cui annuncia importanti cambiamenti al vertice.

Scott Forstall, il responsabile di iOS, se ne andrà l’anno prossimo e fin da ora non è più responsabile di iOS ma farà da consulente a Tim Cook.

John Browett, il responsabile degli Apple Store, se ne va immediatamente (dopo soli 10 mesi), e mentre si cerca un nuovo responsabile, gli Apple Store risponderanno direttamente a Tim Cook.

Ad Eddy Cue, il responsabile dell’iTunes Store e di iCloud, faranno capo anche Siri e le Mappe.

Jony Ive, la mente del design dei prodotti Apple, acquista anche la responsabilità sulle linee guida per l’interfaccia utente di tutti i prodotti Apple.

Craig Federighi, il responsabile di OS X, acquista la responsabilità anche di iOS, a parte Siri e le Mappe che come ho detto, vanno a Eddy Cue.

A Bob Mansfield, l’ex responsabile dell’hardware Apple, che in giugno aveva annunciato di voler andare in pensione ma dopo forti insistenze aveva deciso di rimanere ancora un po’,sarà assegnata per due anni la responsabilità di una nuova divisione, chiamata Tecnologie, a cui faranno capo tutti i team Apple che lavorano sulle tecnologie wireless e sui microprocessori.

A prima vista la notizia può risultare sconfortante: come? un team esecutivo che era considerato uno dei migliori al mondo, l’erede della visione di Steve Jobs, viene scompaginato così in fretta? Che cosa fa Tim Cook?

Invece, a guardar bene, secondo me è una buona notizia, o almeno può esserlo, perché potrebbe in effetti portare a dei miglioramenti, anche se sicuramente ci sono incognite.

Il cambiamento più grosso, quello da cui discendono a catena tutti gli altri, è senza dubbio la partenza di Scott Forstall, che è stato indubbiamente la forza trainante di iOS in tutti questi anni, uno dei protetti di Steve Jobs, personalità si dice molto ambiziosa e non molto amato da una parte dei dirigenti e impiegati Apple.

Naturalmente non si sa se l’uscita dalla Apple è una decisione sua o degli altri dirigenti. Ma è possibile che Tim Cook e gli altri membri del gruppo dirigente gli abbiano chiesto il conto dopo i passi falsi di Siri e soprattutto lo scivolone delle Mappe.

Certo, il futuro di iOS senza Forstall presenta delle incognite, visto che lui ne era indubbiamente la mente ispiratrice, e bisognerà vedere che strada prenderà senza di lui. Ma, se potrebbe peggiorare, potrebbe anche migliorare, almeno sotto certi aspetti.

Si sa dai profili che sono stati scritti su di lui che Forstall è una personalità forte, molto ambizioso e testardo, che non ascolta tanto il parere degli altri ed è anche pronto a boicottarne le idee se non gli vanno a genio. (caratteristiche che in effetti ricordano quelle di Jobs). Si dice per es. che alla Apple fosse in corso una sorta di braccio di ferro fra lui e Jony Ive sul design delle interfacce, con Ive che voleva uno stile più sobrio e minimalista (in armonia col suo design dell’hardware) e Forstall che voleva uno stile più “barocco” (per es. l’interfaccia del Calendario e dei Contatti imita l’aspetto di una vera agenda di carta, con tanto di bordi e costa in cuoio).

Inoltre, forse potrebbe essere dovuta anche alla testardaggine di Forstall l’esclusione da iOS di alcune delle funzioni che gli utenti richiedono da anni.

Forse, quindi, tutto questo, insieme all’ultima gaffe delle Mappe, potrebbero aver portato gli altri dirigenti Apple a ritenere che un cambiamento fosse opportuno.

Tra parentesi, il team di Siri nel giro di un anno ha già perso per strada le sue figuredi spicco, cioè i due fondatori della compagnia Siri (che la Apple ha comprato nel 2010). L’ultima notizia è che per sostituirli alla guida del team, la Apple ha assunto un ex dirigente di Amazon, esperto in tecnologie di ricerca. Vedremo cosa ne uscirà.

Se l’uscita di Forstall porta indubbiamente con sé delle incognite sugli sviluppi futuri, le altre decisioni prese, secondo me, sono positive e lasciano sperare in miglioramenti.

La parola chiave è maggiore integrazione e convergenza, fra hardware e software, fra iOS e OS X.

L’unificazione di OS X e iOS sotto la responsabilità di un unico manager sicuramente è fatta nell’ottica di rendere sempre più convergenti e in sincrono le due piattaforme, e questo può avere aspetti positivi anche per noi, se per es. le disparità di accessibilità fra OS X e iOS rientreranno fra le cose a cui si cercherà di dare una risposta.

L’unificazione delle interfacce sotto la guida di Jony Ive vorrà dire una maggiore omogeneità nella filosofia e nel design dell’interazione utente, e quindi potenzialmente meno contraddizioni o buchi nell’esperienza utente.

Il passaggio di Siri e delle Mappe a Eddy Cue potrebbe portare a un miglioramento dell’affidabilità di questi servizi (alla luce dei vari problemi di server che si sono avuti recentemente), visto che l’iTunes Store e in generale quello che Eddy Cue si è preso sotto la sua ala, ha sempre dimostrato un buon livello di affidabilità.

Infine, la prematura partenza di John Browett potrebbe essere anche questa una notizia di cui rallegrarsi, visto che da quando era arrivato lui erano arrivati anche malumori e problemi per gli Apple Store. sembra che Browett volesse imporre una visione molto più tradizionalista ai negozi, improntata rigidamente sulla vendita e non sulla fornitura di servizi ai clienti.

Gli Apple Store non erano stati concepiti come negozi unicamente deputati alla vendita, ma come posti in cui fornire servizi ai clienti (formazione, workshop e quant’altro).; tant’è vero che i dipendenti degli Apple Store non percepivano percentuali sulle vendite, come avviene nelle altre catene di vendita. Invece sembra che Browett volesse portare precisamente questo approccio incentrato su una rigida efficienza costi/ricavi, spingendo i dipendenti a vendere di più ad ogni costo, tagliando i workshop gratuiti, e addirittura tagliando il personale degli store anche in momenti di punta, come al lancio di nuovi prodotti. Tutte cose che avevano provocato un forte malcontento e anche piccole sollevazioni fra il personale degli store.

Se veramente Browett voleva spingere in questa direzione, è sicuramente una buona notizia che se ne sia andato o che l’abbiano “invitato ad andarsene”.

Infine, la nuova divisione Tecnologie guidata da Bob Mansfield, testimonia dell’importanza che la Apple sta dando allo sviluppo di proprie tecnologie, in particolare nel campo dei microprocessori. Si sa che a guidare il team dei processori è stato assunto l’ex capo del corrispondente team della Samsung, un grande esperto dei processori ARM.

Staremo a vedere cosa scaturirà da queste decisioni, augurandoci che siano sviluppi positivi.