Inizializzazione di un IMac

di Gabriele Battaglia

Quanto segue vuole essere un sunto, il più possibile stringato ma preciso, di quanto ho vissuto in queste ore inizializzando da solo, il mio ultimo acquisto, un IMac27.

Premetto che non presterò molta attenzione allo stile e non cercherò alcun arzigogolo letterario, sono abbastanza stanco e lo scopo primario di questo documento è quello di fornire alcune informazioni utili a chi si accingesse a compiere la medesima operazione.

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I sistemi operativi coinvolti in questa breve storia, sono Mavericks 10.9.2, sia per l’IMac27, che da ora in poi chiamerò Fisso, che per il portatile, un MacBookPro13, che da ora in poi chiamerò MBP.

Partiamo dall’acquisto, effettuato il 19 marzo 2014, telefonando all’800 554 533. Pago l’IMac per intero, poi, validati i documenti, mi verrà stornata la differenza per l’IVA al 4%, più un ulteriore 5% di sconto che, a quanto l’operatrice Silvia Avella, della Apple, mi ha detto, è in potere degli operatori stessi, come premio per l’andamento della transazione ed è a loro completa ed insindacabile discrezione, fare.

Il 20 effettuo il bonifico, il 21 viene ricevuto dalla Apple, il 22 il pacco passa attraverso 3 dei 4 stati di preparazione. Il 24, ieri, cambia anche l’ultimo passaggio in “Consegna” e mi viene recapitato da un corriere UPS, a metà mattinata.

Che dire? dal 19 al 24, senza muovere un dito, personalmente trovo di una comodità estrema, l’opportunità di acquistare in questa maniera, certo è che bisogna chiamare con le idee chiare a priori sapendo cosa si va ad acquistare, non tanto per la possibilità che gli operatori ti convincano a spendere di più, come spesso capita in altre realtà, ma per evitare di trovarsi con un prodotto che non soddisfa i nostri requisiti.

Porto a casa lo scatolone e, forbici alla mano, dopo averlo steso sul matrimoniale, mi accingo all’apertura. Tutto estremamente facile, ordinato, razionale, pulito, semplice.

L’installazione dell’hardware è talmente facile da risultare addirittura imbarazzante: l’IMac è un enorme pezzettone unico, con tanto di piedestallo. Lo prendi, lo appoggi sulla scrivania, ci attacchi il cavo di rete, il cavo dell’alimentazione, spinotto quadrato con angoli smussati verso il basso, infili la spina nella corrente e hai finito.

Dietro l’angolo in basso a sinistra, c’è un pulsante rotondo che è l’accensione, lo premo e tutto il mio campo visivo si colora di bianco intenso, mentre il suono di avvio di Mavericks, ad un volume inaspettatamente alto, chiaro e pulito, mi riempie le orecchie e il salotto.

Aspetto il file audio che mi chieda di premere cmd+f5 per attivare VoiceOver, ma questo messaggio audio non parte. Per 5 minuti mi chiedo se qualcosa sia andato storto, se il computer sia impegnato in qualche attività, poi mi decido e premo cmd+f5, senza attendere alcun invito. Immediatamente parte VO, con la voce americana di Alex.

Scelgo il paese Italia e la voce si cambia in Alice Compact.
Da qui in poi, tutta l’inizializzazione fila liscia, lo avvio come computer nuovo riservandomi di trasferire l’utente dall’MBP, più tardi… Volevo vedere la macchina vergine, testarla un po così, nuda e cruda. Cosa che ho fatto per un paio d’ore. Fantastico il fatto che sia andata online immediatamente ed in maniera automatica ed anche che il pairing e la connessione con la tastiera ed il trackpad Bluetooth, siano avvenute anch’esse in maniera del tutto automatica.

Verso le 20, apro l’assistente alla migrazione, sia sul fisso che sull’MBP. Su quest’ultimo imposto “A un altro mac”, e sul primo, “da un mac…”. Alla pressione del tasto continua, per avviare la procedura, sgradita sorpresa… Tutto tace e, dopo un po di dialogo con me stesso, decido di premere cmd+f5 e VO torna a lavorare, sempre Alice Compact. Sul MBP invece, che col sistema operativo caricato aveva Luca, come sintesi impostata, parla con Vittorio InfoVox, durante l’operazione di migrazione e questo per me rimane un mistero.

Avvio il trasferimento. Sul MBP dava Assistente alla migrazione occupato e non mi faceva leggere nulla. Sul fisso, la finestra recitava una cosa del tipo: trasferimento dati dal mac di… in corso…. Indicatore di progresso occupato. Ho atteso una decina di minuti pensando che il calcolo del tempo rimanente fosse ancora in corso e, visto che l’indicatore di progresso continuava a rimanere privo di indicazioni, ho fatto quello che spesso funziona, tolto e rimesso VO, alcune volte. Spesso significa non sempre, ed infatti in questo caso non è servito a nulla.

Ho provato a togliere VO anche dal MBP, però, purtroppo, quando ho ripremuto cmd+f5 per rimetterlo, questo non ne ha più voluto sapere di ripartire. Ho dato per scontato che il trasferimento dei dati fosse comunque in corso e, nonostante la comprensibile voglia di continuare a sperimentare, mi sono predisposto all’attesa.

Alle 23, ancora tutto uguale, ho dato la buonanotte ai suonatori e mi sono ritirato.

Alle 2 e mezza mi sono svegliato con una intuizione: forse uno o entrambe le macchine andavano in stop dopo 10 minuti, impostazione di default, e magari questo interrompeva il trasferimento. Un’occhiata a Safari sull’iPhone, e sul supporto Apple trovo la conferma.

Ho avuto un attimo di panico, quando ho dovuto interrompere entrambe le procedure, con una lunga pressione del tasto d’accensione, non c’era altro modo, almeno io non ne ho trovati. riavvio entrambe le macchine senza problemi, apro preferenze risparmio e imposto, scheda alimentazione, a “Mai”, lo stop e smarco la casella di disattivazione dei dischi rigidi su inattività.

Rilancio gli assistenti alla migrazione, ripeto tutto da capo e questa volta, il progres indicator, mi segna 2 ore e 26 minuti. Ormai ero sveglio, mi preparo qualcosa da mangiare e mi predispongo all’ascolto di un podcast prima e di un documentario su Leonardo Da Vinci, poi, che Youtube ha gentilmente offerto in streaming, sul mio iPhone.

Verso le 5 e mezzo l’operazione termina con successo… Un po di casino per ricordarmi tutte le varie passwords dei servizi ed il fisso è ora una copia identica dell’MBP, con la sola, non trascurabile differenza, che va come una scheggia.
Ho provato a lanciare dei giochi su Windows 8 virtualizzato e il tutto è di gran lunga più veloce che in ogni altra prova io abbia mai fatto, incluso i confronti con Windows XP nativo, sulla mia precedente macchina.

Per finire, segnalo che ho avuto un conflitto di nomi utente, subito prima dell’inizio del processo di migrazione.
L’MBP ha Gabriele Battaglia come nome esteso dell’account e gabrymac come nome utente, al fisso avevo dato sempre Gabriele Battaglia come nome esteso e Garbyimac27 come nome home. Per risolvere il conflitto ho dovuto cambiare il nome esteso dell’utente importato, cioè di quello che sarebbe diventato la copia dell’MBP, sul fisso.

Terminato il processo di migrazione, ho provato a loggarmi prima con uno e poi con l’altro utente: cioè quello migrato dall’MBP e quello che avevo creato io in fase di inizializzazione: tutto funzionava correttamente, poi, per liberare spazio, ho cancellato l’utente dell’inizializzazione, terrò solo l’altro che è completo e già ampiamente configurato e personalizzato.

Questa, in breve, la faccenda.

Sono i benvenuti, commenti e critiche costruttive e non.