Braillepad, app gratuita per scrivere in braille con iPhone

l'immagine contiene un ipad in modalità braille e due mani che scrivono

E’ sempre difficile scrivere i propri pensieri e raccontare le esperienze che ci hanno portato a determinate scelte nella vita. La cosa più sensata da fare quindi, forse, è quella di iniziare dal motivo per cui sono arrivato qui: BraillePad!

Mi ricordo perfettamente che quando usavo i vecchi cellulari, quelli con tastierino, per intendersi, mi sentivo molto a mio agio, soprattutto grazie alla velocità con cui potevo scrivere mail e messaggi. L’arrivo dei dispositivi touchscreen ha rappresentato una vera e propria rivoluzione del modo in cui possiamo portare il mondo sempre con noi. Ma, contemporaneamente la tastiera diventa virtuale e ogni riferimento tattile viene perso.

La disabilità non deve impedire il seguire il progresso, anche se, detto tra noi, quest’ultimo potrebbe fare lo sforzo di correre affianco a tutti gli uomini e non solo ad alcuni. Anche quelli che percorrono strade un po’ ombrose o semplicemente più solitarie devono essere inclusi nell’evoluzione tecnologica, ma, pur essendo nell’anno 2013, ho compreso che questa è una cosa che non possiamo pretendere ed è un sogno comune che resta quasi nel silenzio, poiché anche se gridato non sembra essere ascoltato.

Apple, con i suoi dispositivi, sia fissi, che mobili, e con la sua sensibilità e capacità nello sviluppare prodotti sempre più accessibili, è riuscita a raggiungere molti tipi di utenza e, in questo, vedo uno spiraglio di luce che illumina il futuro anche di quelle persone che sono costrette a guardare nel buio.

Il problema della digitazione però non è stato ancora risolto completamente. Nel corso dello sviluppo di iOS ci sono stati molti miglioramenti nella tastiera virtuale, ultima la “digitazione a tocco” che ha sensibilmente aumentato la velocità di scrittura, ma ancora, per molte persone, il processo di composizione testi resta lento e laborioso.

E’ in questo senso che ho pensato di realizzare un’app che potesse venire in contro alle esigenze di chi, come me, trovasse la scrittura su dispositivi touchscreen un po’ troppo lenta o complicata. BraillePad si basa sulla tecnologia multi-tocco degli schermi Apple per comporre una lettera nella codifica Braille. In questo modo, una volta presa confidenza con le aree sensibili, quelle che rappresentano ciascun punto Braille, la digitazione di un testo diventa immediata, quasi quanto avere una vera e propria dattilobraille.

In realtà sviluppare applicazioni e metodi che rendano l’uso del computer meno impegnativo e gravoso da parte di utenti con problemi visivi non è un’attività nuova nella mia vita. Come utente ipovedente, io stesso conosco per esperienza personale la difficoltà di avvicinarsi a certi strumenti tecnologici e a particolari servizi offerti dal mondo informatico. E’ per questo che già da bimbo era nata in me l’esigenza di intraprendere gli studi di ingegneria per essere, un giorno, capace di colmare quei vuoti che molto spesso l’industria informatica non riesce a riempire o, più semplicemente non è in grado di vedere.

Nel corso dei miei studi mi sono poi imbattuto nel meraviglioso mondo dell’intelligenza e della visione artificiale: due materie in grado di rivoluzionare il concetto di software e di come noi vediamo il mondo del computer oggi. Il passo che porta dallo studio della computer vision al suo impiego per la risoluzione di problemi legati alla cecità o all’ipovisione è stato davvero naturale.

Ma, conoscere le tecniche informatiche non basta alla realizzazione di applicazioni veramente utili al mondo della disabilità visiva. Progettare software accessibile implica una certa sensibilità da parte degli sviluppatori ed una precisa e profonda consapevolezza delle difficoltà che un normale utente ha nell’uso quotidiano di un computer o di un dispositivo elettronico. Non ultimo diventa determinante anche la conoscenza delle informazioni che devono essere disponibili ai fini di un utilizzo comodo e veloce. Un’applicazione di accessibilità infatti deve semplificare la vita quotidiana e mai introdurre limitazioni e rallentamenti

E’ in questo senso che la collaborazione della comunità alla quale il software è destinato diventa critica e fondamentale. Non è possibile pensare di poter realizzare un’applicazione di accessibilità seguendo solo il proprio intuito. Come sempre accade nella vita di tutti i giorni, quando le persone si uniscono il risultato di ogni loro azione supera ogni aspettativa poiché la forza della condivisione e dell’aiuto reciproco può arrivare a livelli altissimi, rendendo possibile anche ciò che, apparentemente, potrebbe non esserlo.

Nel mio caso specifico l’apporto della community Universal Access è stato determinante e ha portato BraillePad ad un successo insperato. Durante lo sviluppo delle primissime versioni non conoscevo ancora il gruppo Google e, pertanto, ho portato avanti l’app secondo i miei gusti e giudizi personali. BraillePad è su store già da ottobre, ma purtroppo, non rispettava i requisiti e le necessità della maggior parte degli utenti che l’avevano scaricata. Nel confronto con gli utenti della comunità e nel prezioso aiuto di alcuni tester sono riuscito a trovare la strada giusta per sviluppare l’app in modo tale da diventare, piano piano, sempre più efficiente ed efficace.

Questa mia piccola esperienza personale è l’ennesima dimostrazione di quanto sia importante non camminare da soli e di come le persone che incontriamo siano una fonte preziosissima di crescita, non solo professionale, ma anche personale.

Concludo questo mio pensiero ringraziando ancora la comunità di Universal Access e augurandomi di poter continuare questa emozionante collaborazione, non solo per rendere BraillePad sempre più vicina alle esigenze degli utenti, ma anche per la realizzazione di altre applicazioni utili al miglioramento della propria vita e della propria autonomia.

contributo di Claudio Guida

1 Commento

  1. Bravi tutti, continuate così, l’accessibilità alle tecnologie da parte di tutti, credo sia un diritto per chi ne fruisce, un dovere per chi, come l’amico Claudio, possiede il dono di renderla possibile.
    Grazie Claudio e grazie a Universalaccess.

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